Urban center a Messina. Le idee degli architetti per la trasformazione urbana

Un urban center per discutere e pianificare il
futuro della città. L’idea condivisa è del presidente dell’Ordine degli
architetti, Pino Falzea, e del vicesindaco e assessore all’Urbanistica,
Salvatore Mondello, con l’obiettivo di recepire gli input dei professionisti
del settore sulle politiche di trasformazione urbana e territoriale.

La Regione ha disposto il parziale blocco edilizio nelle zone a protezione speciale ma l’amministrazione comunale ha ottenuto di poter effettuare ristrutturazioni con demolizione e piccoli aumenti di volume nelle aree A e B. L’analisi individuale di una quarantina di lottizzazioni ferme nei cassetti, invece, sarà rimandata all’approvazione della valutazione di incidenza ambientale sullo studio cumulativo.

«Messina deve fare capire alla Regione che non possiamo più rimanere inermi davanti alla paralisi del settore senza che essa sia supportata da riferimenti normativi. La città non ha bisogno di espansione residenziale ma di riqualificare l’esistente, anche riducendo gli spazi occupati» ha detto il presidente Pino Falzea.

Al confronto hanno partecipato una cinquantina di architetti messinesi, i componenti della commissione Vinca (Valutazione incidenza ambientale) e la soprintendente Mirella Vinci che, in attesa dell’ok della Regione, ha puntato l’accento sul Piano paesaggistico e, in particolare, sulle zone ex Asi, Zir e Zis.

«Da un lato – ha spiegato la Vinci – è stata recepita la nostra proposta di sganciare le zone A e B dalle aree in cui non sono previste nuove edificazioni, e di ricondurle ad aree con livello di tutela 1, ad eccezione di Taormina, tutto il resto dell’ambito 9 avrà vincoli minori. Abbiamo proposto – ha aggiunto – di modificare il divieto di realizzare opere di manutenzione ordinaria nelle aree ex Zis e Zir, è impossibile che in quelle zone non si possa spostare una finestra o cambiare un prospetto, l’Assessorato per il momento è rimasto impermeabile a questa nostra sollecitazione, ma la Soprintendenza proverà senz’altro a riproporre la questione prima che il presidente Musumeci firmi il Piano Paesaggistico».

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