Messina, Pon e Poc Metro. Fondi per risanamento e hub scientifico, no alla Stazione

MESSINA – Come per il Masterplan, così per i fondi Pon e Poc Metro. Messina può contare su un altro bel gruzzolo, anche in questo caso oltre 100 milioni, per realizzare altri progetti. E anche in questo caso la giunta De Luca ha operato una profonda rimodulazione.

Si parte dal Pon Metro,
finanziato con 86 milioni, che la giunta Accorinti aveva distribuito su 36
progetti. Ora diminuiscono a 24. Cosa cambia?

PON METRO ASSE 1

Sull’Asse 1, Agenda Digitale,
erano previsti 9 interventi per un totale di 13 milioni 355mila euro. Eliminati
i progetti “Me for you” (1 milione e mezzo per informatizzazione e
accessibilità servizi sociali), “Carteggio in un click” (500mila euro per
digitalizzazione dell’archivio Cannizzaro e potenziamento dotazione biblioteca
comunale), “Open Messina” (1 milione 400mila euro per open government).

Restano gli altri sei interventi,
con una dotazione finanziaria maggiore: Agorà (promozione turistico-culturale,
1 milione e mezzo), Urbamid (portale integrato per urbanistica, edilizia e
lavori pubblici, 1 milione 700mila euro), ImpleMe (banca dati per gestire le
entrate e i controlli sui contribuenti, 1 milione 450mila euro), Me@Smart (sistema
unico di gestione dei servizi pubblici, 5 milioni 385mila euro), CloudMe (2
milioni 700mila euro), sviluppo digitalizzazione dei processi interni (620mila
euro).

PON METRO ASSE 2

Sull’Asse 2, sostenibilità dei
servizi pubblici e della mobilità, erano previsti 9 interventi per un totale di
31 milioni 666mila euro.

Eliminato il sistema integrato di
mobilità dolce Cairoli-Porto-Duomo (1 milione e mezzo), entra in gioco un
progetto simile ma per la zona tra Ganzirri e Torre Faro, dal costo molto più
elevato (7 milioni 650mila euro).

Ma, soprattutto, viene eliminato il sistema di collegamento intermodale porto storico – stazione centrale – parcheggi di interscambio – trasporto pubblico (un rendering nella foto). 4 milioni 700mila euro utili a ridisegnare l’area della stazione centrale, che sarebbe diventata pedonale, con lo spostamento della fermata del tram nel tratto di strada compreso tra via I settembre e via Tommaso Cannizzaro.

I motivi? “Il progetto avrebbe dovuto essere valutato secondo una complessiva strategia della mobilità urbana anche in ragione delle considerazioni in atto inerenti la rimodulazione del sistema del trasporto pubblico locale”.

L’allarme è stato di recente rilanciato dalla Uil perché il progetto doveva essere cofinanziato, per la parte maggiore (7 milioni), da Rfi. Un vero hub dei trasporti, nelle previsioni, un modo per riqualificare un’area che oggi appare abbandonata, rendendola vivibile, e collegata tramite ascensore al nuovo parcheggio del cavalcavia. E se il cofinanziamento del Pon non c’è più, si rischia di perdere anche i 7 milioni previsti da Rfi?

Restano, invece, gli altri
progetti: la pista ciclopedonale laguna di Capo Peloro (1 milione 700mila euro,
leggermente rimodulato per consentire il ripristino del tratto franato a Pace),
pubblica illuminazione (due progetti da 6,2 e 1,8 per un totale di 8 milioni), efficientamento
energetico di Palazzo Zanca (4 milioni 550mila euro), efficientamento
energetico del Palacultura Antonello (1 milione 400mila euro), sistema di
infomobilità (1 milione 820mila euro), rinnovamento e potenziamento tecnologico
trasporto pubblico (8 milioni).

PON METRO ASSE 3

Sull’Asse 3, erano previsti 7 interventi, di cui 5 nel settore casa e 2 per l’inclusione sociale, per un totale di 21 milioni 168mila euro. Eliminati tre interventi: un progetto di inclusione lavorativa della comunità rom (1 milione e mezzo), due per l’avvio dell’Agenzia sociale per la casa. Rivisto fortemente al ribasso il progetto “Strada Facendo”, da 1 milione e mezzo a 150mila euro, perché “sovrastimato rispetto al target di utenza”. Ora è previsto solo “un rimborso spese per la Casa di Vincenzo per altri tre anni, durante i quali si individuerà una struttura più idonea”.

Restano il progetto “Spazi per l’inclusione attiva” (la cui dotazione passa da 8 milioni a 10 milioni 750mila euro), che riguarda il risanamento, il progetto Way (che resta di 8 milioni ma modificato nei contenuti, con “specifiche esigenze per assistenza a persone con bisogni speciali, inclusione attiva, borse lavoro, tirocini e acquisto pulmini per internalizzare trasporto disabili”), centri di aggregazione socio educativi (che resta di 2 milioni 267mila euro).

PON METRO ASSE 4

Sull’asse 4, che riguarda risanamento e centri sociali e di quartiere, erano previsti 9 interventi. Ne restano solo 3: 13 milioni per il risanamento, 4 milioni 734mila euro per il recupero di immobili per attività nelle periferie degradate, 1 milione per il recupero di spazi pubblici a valenza sociale.

PON METRO ASSE 5

Sull’asse 5, 600mila euro per
supporto alla scelta del contraente, 435mila euro per assistenza tecnica e
supporto al project management, 200mila euro per il piano di comunicazione
locale.

AVANZAMENTO SPESA AL 21 %

A che punto siamo? I dati dell’assessore Carlotta Previti nella sua relazione di primo anno. A giugno 2018 erano stati spesi 100mila euro, lo 0,12 %. A settembre 2019 la percentuale di spesa arriva al 21% pari a 18 milioni 421mila euro. Per paragonarsi alle altre città metropolitane siciliane, Catania si ferma al 18 % di spesa, Palermo al 17 %.

POC METRO AMBITO 1

E se per il Pon Metro la giunta
De Luca ha confermato alcuni progetti, eliminato e modificato altri, invece per
il Poc Metro cambia tutto totalmente.

20 milioni per l’ambito 1,
eliminati tutti i progetti: efficientamento energetico scuole (2 milioni);
revamping tram (4 milioni 700mila euro), potenziamento Its (Sistema
intelligente di trasporto) tram (600mila euro), rete ciclabile (1 milione
700mila euro), centri sociali per immigrati e minoranze (8 milioni 350mila
euro).

Cosa si farà, invece? 18 milioni 400mila euro per il risanamento; 800mila euro per impianto ricarica bus elettrici; 800mila euro per strutture per le donne in difficoltà.

POC METRO AMBITO 2 – HUB DELLO
STRETTO

Cambia tutto anche per l’ambito 2, dove 13 milioni erano destinati al potenziamento dei collegamenti nell’area dello Stretto. Ora è invece previsto per la stessa cifra l’hub dello Stretto, la creazione di un parco scientifico ad alta tecnologia per la sperimentazione e l’applicazione di soluzioni intelligenti per la gestione dei servizi urbani e le imprese del territorio. Dove? Nel complesso formato da ex “Magazzini Generali”, “Mercato Ittico”, “Silos Granai” e “Casa del Portuale”, un’area di circa 12mila metri quadri che è stata indicata tra quelle ricadenti nella Zes, la Zona economica speciale.

(Marco Ipsale)

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