Mental Coach chi è, e che cosa fa: a colloquio con Susanna Mineo

In questi ultimi anni si è spesso sentito parlare di Life coaching o di Mental Coach più in generale. Ad una prima ed approssimativa percezione di questa disciplina e di questa figura, si tende genericamente ad accostare il Mental Coach ad un semplice motivatore, o ancora più superficialmente ad uno psicologo.

Probabilmente la figura de “l’allenatore della mente” è per lo più conosciuta nel mondo dello sport, infatti, diversi sono gli atleti e gli sportivi che negli ultimi anni si sono avvalsi del supporto di tale figura. Dal calciatore Leonardo Bonucci, a Marcell Jacobs medaglia d’oro nei 100 metri alle ultime Olimpiadi di Tokyo.

Per comprendere cos’è il Life Coaching e non cadere nel qualunquismo di una pratica ancora non troppo diffusa, ne parliamo con la catanese Susanna Mineo, Mental Coach di professione.

Susanna, innanzi tutto cos’è il Life coaching, possiamo fare un po’ di chiarezza?

Partiamo dal concetto che per Life Coaching si intende una pratica, uno strumento volto al miglioramento della persona e delle qualità nascoste che questa possiede. È una pratica, che si raggiunge con quello che possiamo definire un “allenamento” sullo sviluppo di quelle capacità trasversali che possono aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi, siano essi personali, professionali o sportivi”.

Una volta definito il concetto di Life coaching, ci puoi spiegare in cosa consiste il lavoro del Mental Coach?

Presupposto fondamentale per capire il ruolo del Mental Coach è comprendere il significato di Coach. Il termine “coach” deriva dal francese coche, che significa “carrozza” o “cocchio”, un mezzo di trasporto guidato da un cocchiere che, infatti, ti permette di arrivare da un punto A ad un punto B. Il termine coach, quindi, rimanda alla figura dell’allenatore, colui che permette di raggiungere uno scopo prefissato, attraverso un percorso ben definito aiutandoti a tirar fuori tutte quelle potenzialità che per varie ragioni rimangono inespresse”.

Cerchiamo di scendere nel dettaglio, in cosa consiste il tuo compito?

Il mio compito è quello di portare un individuo sia esso atleta, lavoratore, studente o semplice cittadino ad uno stato di miglioramento cercando di vincere ansie e paure ed aiutando a mappare il percorso per definire bene la meta”. – Prosegue Mineo – “Molte persone sono timide o hanno difficoltà a tirar fuori con pienezza la loro personalità, il mio compito è lavorare su quelle capacità comportamentali ancora inespresse”.
“Ansie, timidezze, paura di non farcela sono gli stati d’animo più ricorrenti, ed attraverso le tecniche del Life Coaching, l’obiettivo è quello di contrastarle e vincerle”.

Ci puoi spiegare alcune delle tecniche che vengono utilizzate per far fronte a questo problema?

Una delle tecniche più utilizzate è quella del “come se”. In pratica si chiede al soggetto timido di creare un personaggio immaginario che possieda tutte le caratteristiche che, invece, a lui mancano nella realtà calandosi nei suoi panni. Quindi chiedere come si vedrebbe nel personaggio nuovo che ha creato, cosa direbbe, come si comporterebbe, come respirerebbe, la persona deve immaginarsi in quel nuovo personaggio, che sarebbe il suo “Alter ego”. Questa tecnica aiuta a raggiungere l’obiettivo del cambiamento”.

Ed è proprio sulle tecniche che Susanna Mineo si sofferma: “Vi è ad esempio la respirazione diaframmatica per cercare di contrastare le ansie, una maggiore ossigenazione del cervello porta il corpo a rispondere meglio e quindi gestire i momenti difficili. Un’altra tecnica è quella della visualizzazione rispetto a quello che potrebbe essere, molto diffusa tra gli sportivi. Attraverso questa tecnica, ad esempio, gli sciatori prima di svolgere la performance ricreano mentalmente i passaggi che effettueranno in pista. Un po’ come i piloti di formula 1 che attendono nelle loro monoposto con gli occhi sbarrati di apprestarsi alla gara. Sono tutte tecniche di concentrazione”.

Mental Coach o psicologo, queste figure apparentemente hanno dei punti di contatto, ma qual è la differenza?

“ll mental coach ti aiuta a definire la rotta, ti fornisce dei consigli utili per lavorare e migliorare le capacità comunicative, relazionali a vincere le ansie di una performance o di un obiettivo. Lo psicologo ha delle competenze differenti, cerca di analizzare il problema alla radice e risolvere delle problematiche che possono generare problemi di salute. Le due figure possono essere complementari, ma lo psicologo svolge un ruolo che ha radici ben fondate sulla psicologia ed i due campi non vanno confusi. Personalmente – ribadisce Mineo- ho grande rispetto del loro ruolo”.

Qual è il target di riferimento e perché consiglieresti di far ricorso al mental coach?

Il target è vario, dagli atleti agli studenti, dagli imprenditori agli avvocati, ognuno è libero di accostarsi al Life Coaching. Dalla ragazza che ha fretta di andare a punto in un set di tennis, al manager che ha bisogno di mettere a fuoco i propri obiettivi.

“Fiducia, esprimere tutto il potenziale, superare i propri limiti, centratura sono gli aspetti più battuti dal mental coach, e nella vita come nello sport il nostro “must” è giocatela e divertiti.

Foto di Susanna Mineo

da News Sicilia