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Un acceso e teso confronto in Consiglio comunale ha fatto emergere, nei giorni scorsi, profonde crepe all’interno della maggioranza di Giarre, mettendo a nudo una gravissima questione: il rischio concreto che il Comune, in qualità di capofila del distretto socio-sanitario, debba restituire alla Regione circa 3 milioni di euro destinati a finalità di inclusione e contrasto alla povertà (quote Servizio Fondo Povertà anni 2018-2020), somme che non sarebbero state spese.

La vicenda, di estrema delicatezza sociale e finanziaria, è venuta alla luce grazie alle perplessità sollevate inizialmente dai consiglieri di maggioranza Vincenzo Silvestro e Salvatore Cantarella. A rincarare la dose, e chiamata in causa direttamente, è stata l’assessore alle Politiche Sociali, Irene Leotta. Senza mezzi termini, l’assessore ha puntato il dito contro il Servizio Finanziario del Comune, accusandolo di non aver sbloccato le risorse e di aver impedito la rimodulazione dei progetti, nonostante “reiterate richieste orali e per iscritto” che, ha rimarcato la Leotta, non avrebbero sortito alcun riscontro. Una situazione che, secondo l’assessore, avrebbe avuto ripercussioni negative anche sulla nomina e assunzione triennale degli assistenti sociali.

La replica non si è fatta attendere ed è arrivata in una piccata nota – trasmessa anche all’Assessorato Regionale della Famiglia e al Collegio dei Revisori dei Conti – dal Ragioniere Generale, Salvatore Trischitta che ha respinto con fermezza le accuse, sottolineando come “comunicare adesso al Servizio Finanziario del Comune il rischio di perdita del finanziamento appare senza alcun senso giuscontabile, atteso che le regole di gestione non solo finanziaria, dovrebbero essere note ai funzionari e ai dirigenti di qualsiasi servizio comunale.”

Il Ragioniere Generale ha poi spiegato che l’importo in questione, accertato e non impegnato nell’esercizio finanziario 2021, è confluito in avanzo vincolato, “come da determinazioni dirigenziali di riaccertamento dei residui adottate dal segretario generale a seguito di inadempimento delle singole aree gestionali, compresa quella in cui sono collocati i Servizi sociali.” Inoltre, ha evidenziato che, in mancanza dell’approvazione del Bilancio di previsione 2024-26, non si può determinare il risultato presunto di amministrazione dell’esercizio finanziario 2024. Attualmente, vige il regime di gestione provvisoria, e la possibilità di applicare quote di avanzo vincolato presunto è subordinata all’approvazione del Bilancio di previsione 2025-27, dato che il principio contabile ne consente l’applicazione, in alternativa in regime di esercizio provvisorio, scaduto lo scorso 28 febbraio.

Trischitta ha concluso la sua nota affermando che “le giustificazioni addotte, circa l’impossibilità di utilizzare le risorse nell’anno 2021, non hanno fondamento. I servizi in questione – ha rimarcato il Ragioniere Generale – consapevoli dello stato di dissesto finanziario dell’ente, privo di bilanci di previsione e di rendiconti della gestione 2018, ben potevano impegnare le somme entro l’esercizio finanziario 2021, comprese quelle nei confronti dei Comuni del distretto.” Trischitta ha infine stigmatizzato le affermazioni dell’assessore Leotta, giudicandole “false e diffamatorie”, per aver imputato al Servizio Finanziario dell’Ente l’impedimento all’utilizzo delle risorse finanziarie.

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