L’annuncio dell’accorpamento del polo tecnico di Riposto, incluso il prestigioso Nautico “Luigi Rizzo”, all’Istituto “Michele Amari” di Giarre ha innescato un’ondata di malcontento nella comunità ripostese. La decisione, sancita da un recente decreto regionale, ha suscitato forti reazioni.
Le critiche si sono concentrate sull’amministrazione comunale, accusata di non aver fatto abbastanza per difendere l’autonomia del Nautico. La consigliera comunale di minoranza, Mariella Di Guardo, ha sottolineato l’inerzia dell’amministrazione.
“La perdita dell’autonomia del nostro Istituto Nautico “Luigi Rizzo”, punto di riferimento per i tanti giovani, non solo di Riposto, che decidevano di intraprendere la prestigiosa attività di Ufficiale di Coperta o Ufficiale di Macchina, segna – secondo la consigliera Di Guardo – una grande sconfitta per la nostra comunità. Probabilmente il piano di dimensionamento scolastico è da ricercare nell’ottimizzazione e nella riorganizzazione degli istituti ed è da considerare inevitabile alla luce delle tante riforme della scuola; ma l’inerzia dell’Amministrazione, quella no! Quella si doveva evitare! Le autorità locali, che hanno il diritto di partecipare ai tavoli opportuni, avrebbero dovuto difendere con le unghie e con i denti l’autonomia del nostro istituto Nautico e riferire alla cittadinanza ogni tentativo fatto in questa direzione. Invece – conclude Mariella Di Guardo – abbiamo assistito ad un silenzio tombale ed al disarmo totale quasi a ritenere ineluttabile quanto accaduto; un’amministrazione si identifica nelle battaglie che intraprende e non nella rassegnazione e nell’arrendevolezza. A difesa della nostra identità non abbiamo registrato nessuna resistenza o ribellione da parte di coloro che avevano titolo per agire”.
Anche il Gruppo informale di cittadini per la difesa delle scuole ripostesi, ha espresso il proprio disappunto, evidenziando come l’amministrazione non abbia sostenuto le loro proposte alternative, nonostante queste potessero soddisfare tutte le parti coinvolte.
Nonostante la decisione sia stata presa, la comunità ripostese non intende arrendersi. Cittadini e rappresentanti politici si sono uniti per esprimere il loro dissenso e stanno valutando le possibili azioni legali e politiche da intraprendere. L’episodio di Riposto solleva interrogativi sulla gestione del patrimonio scolastico e sulla capacità delle amministrazioni locali di difendere le specificità dei propri territori. Il fatto che altri comuni siano riusciti a evitare situazioni simili alimenta ulteriormente il senso di ingiustizia tra i ripostesi.